![Verso un referendum sull’autonomia. Ma lo «spacca Italia» spacca già il Pd](https://assets.rebelmouse.io/eyJhbGciOiJIUzI1NiIsInR5cCI6IkpXVCJ9.eyJpbWFnZSI6Imh0dHBzOi8vYXNzZXRzLnJibC5tcy81NTMwNzI1MS9vcmlnaW4uanBnIiwiZXhwaXJlc19hdCI6MTc1Njk4MjM0MH0.75k2D6RxfSX1znOOVIWu6Lhz-SGK3mdyqmfxgZHNPhw/img.jpg?width=1200&height=800&quality=85&coordinates=0%2C0%2C0%2C0)
(iStock)
Comunque la si pensi, il fine vita è un tema scivoloso. E il provvedimento di Giani, infatti, apre diversi fronti: dal «turismo sanitario», dagli altri territori alla legittimità dell’uccisione per mano dello Stato, fino alle possibili obiezioni di coscienza. Nodi ignorati dai dem.
iStock
In occasione del Carnevale, cinquanta carri, nove squadre di aranceri a piedi e migliaia di visitatori con il berretto rosso, simbolo di neutralità, trasformeranno la cittadina in un vero e proprio campo di battaglia.
La leggenda, la spettacolarità e la stratificazione di rituali, elementi folcloristici e simbolici forgiano il Carnevale di Ivrea e, in particolar modo, la Battaglia delle Arance.
Per l'occasione, la cittadina eporediese sarà presa d'assalto da migliaia di visitatori, provenienti anche fuori dal Piemonte. L'evento fa parte, d'altronde, del Calendario delle Manifestazioni italiane di rilevanza internazionale, come comunicato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1956.
Le celebrazioni hanno avuto inizio lo scorso 6 gennaio e proseguiranno nelle date del 16, 23 e 27 febbraio fino ad arrivare alle cinque giornate dei veri e propri festeggiamenti del Carnevale tra sabato 1 e mercoledì 5 marzo. Il momento culminante è la Battaglia delle Arance del prossimo due marzo, un'occasione per immergersi in una cittadina che cambia pelle e diventa un vero e proprio campo di battaglia tra, da una parte, la levata di arance dei nove gruppi di aranceri a piedi e, dall'altra, la sfilata di cinquanta carri da getto trainati dai cavalli. Nel mezzo si trovano, invece, i tanti visitatori non affiliati ad alcuna delle due fazioni, con addosso il «berretto frigio», un cappello di colore rosso, segno di neutralità.
Al di là dell'unicità, della spettacolarità (e della bizzarria) della manifestazione, lo scontro tra le due fazioni rappresenta un momento carico di allegorie e storia.
Più in superficie la Battaglia delle Arance intende rappresentare una lezione di educazione civica, invitando migliaia di persone a scendere pacificamente in piazza, in un clima agonistico, ed esaltando i valori della lealtà e del rispetto. Si vedono spesso, infatti, strette di mano tra avversari nel corso della guerriglia.
Più in profondità, invece, l'evento eporediese affonda le proprie origini nei secoli addietro, più precisamente, nella rivolta popolare seguita dall'assassinio del tiranno cittadino per mano della leggendaria Violetta, la giovane figlia di un mugnaio e sposa di Toniotto, alla fine del XII secolo. Il lancio delle arance, come ci è poi stato tramandato con ulteriori correttivi e arricchimenti nel corso del Novecento, intende, così, commemorare lo scontro tra gli aranceri a piedi, ossia il popolo, contro gli uomini del tiranno, ossia i soldati provvisti di armatura a cavallo. Sullo sfondo sussistono regole cavalleresche non scritte ma sempre osservate nei secoli al fine di garantire l'incolumità ed esaltare l'ardore dello scontro.
Secondo la leggenda, Violetta riuscì a far ubriacare il tiranno e a tagliargli la testa nel sonno per opporsi allo «ius primae noctis», ossia al diritto, invero più mitologico che storicamente documentato, rivendicato dal tiranno di trascorrere la prima notte di nozze con la sposa del proprio suddito. Così, nelle raffigurazioni ottocentesche, Violetta viene adornata col tricolore italiano ed elevata a simbolo di libertà, chiaramente in continuità con gli ideali delle rivoluzioni risorgimentali. L'arancia, proiettile della manifestazione e frutto mediterraneo e solare, richiama invece la tendenza, presente in epoca carloalbertino, rivolta romanticamente verso l'esotico e il fantastico.
Simboli e rituali sedimentano, così, il Carnevale di Ivrea mantenendo sempre nel proprio cuore un messaggio di libertà, appartenenza, memoria condivisa e affratellamento tra due diverse fazioni cittadini - un messaggio, che in larga parte, è stato rimosso ai giorni nostri.
Continua a leggereRiduci