2022-05-18
Acciaio, per l’ex Ilva il salvagente da Unicredit in attesa della nuova garanzia del decreto Aiuti
All'ex Ilva garantito il salvagente da UniCredit
Una linea di credito a breve termine da 250 milioni con la garanzia Sace prevista dal decreto liquidità, la cosiddetta Garanzia Italia, per Acciaierie d’Italia. Inizialmente, doveva essere una linea ben più consistente: 750 milioni, da un pool di tre banche.
Però, spiega una fonte bancaria, le altre due banche coinvolte hanno ritenuto che «non ci fossero le condizioni» per il loro intervento. La nuova iniezione di liquidità, dopo la cartolarizzazione di crediti da 1,5 miliardi realizzata con Morgan Stanley nel marzo scorso, si è resa necessaria per garantire l’operatività degli stabilimenti, mentre le tensioni con fornitori e appaltatori del gruppo restano elevate.
I FORNITORI
Nel fine settimana la Peyrani Sud, azienda della logistica che si occupa dello sbarco e movimentazione delle materie prime per l’impianto di Taranto nel porto della città pugliese, ha comunicato la decisione di fermare i lavori per conto di Acciaierie d’Italia per via dello scaduto accumulato, che ammonterebbe a 10 milioni di euro. Acciaierie d’Italia, dal canto suo, ha replicato definendo illegittima la decisione di Peyrani e sottolineando come stesse già valutando «con cautela» l’estensione del contratto, in relazione ai gravi incidenti registrati.
SCHEMA COVID
Lo schema di Garanzia Italia, inizialmente previsto per il Covid, è una soluzione d’emergenza, spiegano le fonti interpellate. A soccorrere l’ex Ilva dovrebbe arrivare anche il decreto Aiuti, atteso per ieri in Gazzetta Ufficiale e nuovamente slittato a oggi. Nel decreto, una norma apposita prevede la possibilità di avere la garanzia Sace, in forma diversa dalle per quelle imprese che operano in settori strategici - com’è certamente l’acciaio - in seguito alla guerra in Ucraina.
NO AL DISSEQUESTRO
Per l’ex Ilva ieri è arrivato anche il parere negativo della procura sul dissequestro dell’area a caldo dello stabilimento tarantino. La domanda era stata presentata il 30 marzo scorso dai legali dei commissari di Ilva in Amministrazione straordinaria alla Corte d'Assise che ha emesso la sentenza di primo grado del processo Ambiente Svenduto. Il dissequestro degli impianti è una delle condizioni sospensive dell'accordo di investimento siglato il 10 dicembre 2020 tra Arcelor Mittal Holding Srl, Arcelor Mittal Sa e Invitalia.
Gli impianti furono sequestrati nel 2012 e fu poi concessa la facoltà d'uso. Secondo i commissari straordinari di Ilva in As - tutt'ora proprietaria degli impianti - è cambiato lo scenario delle emissioni rispetto a dieci anni fa grazie ai lavori ambientali e ci sono i presupposti per revocare il sequestro. Di diverso avviso è la Procura. La decisione finale spetta alla Corte d'Assise.
Gli impianti furono sequestrati il 26 luglio 2012 in base a un'ordinanza che firmata dal gip Todisco nell'ambito dell'inchiesta per associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all'avvelenamento di sostanze alimentari e alla omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro.
All'azienda fu poi concessa la facoltà d'uso. La Corte d'Assise di Taranto che ha ricevuto l'istanza è la stessa che l'1 giugno 2021 ha pronunciato la sentenza (ma le motivazioni non sono state ancora depositate) del processo «Ambiente Svenduto» infliggendo 26 condanne (tra dirigenti della fabbrica, manager e politici) per 270 anni di carcere e disponendo la confisca degli impianti dell'area a caldo.
Continua a leggereRiduci
Il libro di Sergio Giraldo, il cancelliere tedesco Kohl alla firma del Trattato di Maastricht (Ansa)
L’inizio dei guai è stato il Trattato di Maastricht, che ha imposto a tutti il modello tedesco basato sull’esportazione. Un sistema che vampirizza la domanda degli altri membri, accompagnato da un impressionante deficit di democrazia nelle scelte dell’Unione.
Elisabetta Belloni (Ansa)
L’ex direttrice del Dis si era dimessa due settimane fa, negando altri incarichi in ballo.
Giorgio Montanini (Ansa)
L’esponente di spicco della stand up comedy nostrana: «Mi hanno cacciato da Rai e Mediaset, per me sono due medaglie. Adesso voglio vincere un premio a Venezia. Sul set imparo da tutti, divento una spugna».