La Verità

Le Firme

Scopri La Verità

Registrati per leggere gratuitamente per 30 minuti i nostri contenuti.
Leggi gratis per 30 minuti
Nuove storie
Preferenze Privacy

Non solo si introducono un revisore dei conti e un certificatore della sicurezza, ma si prevede che al posto degli inquilini morosi sborsino quelli in regola. La soluzione è un’altra: pignorare i locali di chi non è a norma.

Quando la politica mette mano alla casa c’è sempre da preoccuparsi. Ancora oggi i proprietari si leccano le ferite per quella simpatica tassa introdotta da Mario Monti con la scusa di rimettere in ordine i conti: l’Imu, una patrimoniale vera e propria che colpisce chiunque di abitazioni ne possegga due, compresa quella ereditata dai genitori o mantenuta nel paese in cui si è nati. Né si può dimenticare quando, con la scusa di aggiornare i dati, vari governi, come quello presieduto da Mario Draghi, hanno provato a rivedere le rendite catastali, il che ovviamente avrebbe significato un aggravio per le tasche delle famiglie. Adesso, a introdurre quella che non è una tassa ma rischia comunque di trasformarsi in una spesa in più per decine di migliaia di condomini, è l’attuale maggioranza che, con una geniale intuizione, si prepara a rivedere le norme che regolano la vita di chi vive in appartamento. Prima firmataria della riforma è Elisabetta Gardini, parlamentare di Fratelli d’Italia.

Continua a leggereRiduci
  • Il più grande arcipelago del mondo conta 250 milioni di musulmani. Nei Brics dal 2024, è guidato dal vecchio generale Prabowo Subianto che ha attirato il voto dei giovani con i social. Ma l'economia è erosa dall'inflazione, che ha generato proteste di piazza. Economicamente il Paese sta cercando di evitare la totale dipendenza dalla Cina guardando agli Usa ma anche all'Europa.
  • Il francescano Odorico da Pordenone, nel suo viaggio verso la Cina, visitò l'Indonesia. Nella sua Relatio del 1330 un racconto di Sumatra e Giava negli ultimi anni prima dell'islamizzazione.

Lo speciale contiene due articoli.

Continua a leggereRiduci
Edicola Verità | la rassegna stampa del 18 dicembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 18 dicembre con Flaminia Camilletti

Meloni detta la linea in Aula: «Con Kiev, ma senza soldati. Asset russi? Valutiamo bene»
Giorgia Meloni (Ansa)
Nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, il premier spiega: «Fra Usa e Ue c’è clima unitario, non siamo competitor, anche se ci sono delle prospettive diverse».

Felpata nella strategia, assertiva nei toni, Giorgia Meloni tiene le consuete comunicazioni davanti al Parlamento in vista del delicatissimo Consiglio europeo di oggi e domani. La posizione del governo italiano è di totale sostegno all’Ucraina, di fermissima condanna delle azioni della Russia, ma anche di estrema cautela sul tema dell’utilizzo degli asset russi. Inoltre, ancora una volta si tiene fermo il punto: nessun soldato italiano metterà piede in Ucraina. Neanche a dirlo, alla Camera la Meloni insiste sulla necessità di non divaricare (o almeno non troppo) le posizioni di Europa e Stati Uniti. «Nella serata di lunedì», sottolinea la premier, «ho partecipato al vertice di Berlino, insieme al presidente Zelensky, a diversi colleghi europei, e ai negoziatori americani Steve Witkoff e Jared Kushner, in un clima costruttivo e unitario che vale la pena di sottolineare.

Continua a leggereRiduci
Torna il Natale nel paese dove nacque Gesù
Getty Images
La Terra di Cristo è ferita dai segni del conflitto: pochi turisti, strade vuote, disoccupazione a livelli altissimi. Eppure, a Betlemme si rivedono piazze vivaci, luminarie e un Santa Claus che vende cappelli: «Venite qui anche se il 7 ottobre ha cambiato ogni cosa».

Matteo Carnieletto da Betlemme, Cisgiordania

Sono i segni della guerra ad accoglierti all’aeroporto di Tel Aviv. Le colonne che dividono gli spazi all’interno dell’edificio sono piene di adesivi. Volti che non ci sono più. Sono soprattutto di giovanissimi, uccisi il 7 ottobre di due anni fa. Oppure durante la guerra contro Hamas a Gaza. Anche gli aranci che erano stati piantati a circa 200 metri dall’aeroporto non ci sono più. Al loro posto terra divelta e scura. Niente frutti, per ora. Soltanto il ricordo di un missile lanciato dagli Houthi qualche mese fa e arrivato pericolosamente vicino all’aeroporto.

Continua a leggereRiduci
A generali e politici prudono le mani alla  faccia di popolo e Costituzione
Fabien Mandon (Getty Images)
Dal francese Mandon a Cavo Dragone fino all’Inghilterra: i generaloni vogliono il conflitto armato. E ci dicono di prepararci «a perdere i nostri figli». Gli interventisti però fanno i conti senza la Costituzione e gli italiani.
Continua a leggereRiduci
Oggi al Consiglio europeo l’assalto al nostro portafogli per finanziare l’Ucraina
Bart De Wever, Ursula von der Leyen e Kaja Kallas (Ansa)
Il piano è prendere gli asset di Mosca, con gli Stati a fare da garanti dei soldi che vanno da Euroclear alla Commissione. Pressing sulla Meloni perché faccia la «scelta giusta».

L’unica cosa certa del Consiglio europeo di oggi è che comincerà intorno alle 10. Tutto il resto è da vedere e, soprattutto, da scrivere.

Almeno a giudicare dalle diverse ipotesi che si susseguono in queste ore per riuscire a trovare la quadra per garantire all’Ucraina un prestito entro i primi mesi del 2026. Le differenze partono già dalla finalità di quella somma (210 miliardi, distribuiti fino al 2030, di cui 90 entro il prossimo primo semestre). Comprare armi e quindi continuare la guerra fino all’ultimo giovane ucraino, oppure dedicarli alla ricostruzione? Coinvolgendo quali aziende? La Germania ha già fatto sapere che una quota di lavori per le proprie aziende è una condizione essenziale per il prestito.

Continua a leggereRiduci
Putin: «Leader dell’Unione maialini di Biden»
Vladimir Putin (Ansa)
Lo zar: «Dialogo impossibile con queste élite». I suoi avversari temono un’offensiva da 710.000 uomini.

Le trattative sulla pace in Ucraina corrono il rischio di impantanarsi, con i diretti protagonisti che si mostrano sempre più scettici sull’esito positivo. Che le proposte avanzate dall’Europa allontanino Mosca dai negoziati è evidente dalla reazione del presidente russo, Vladimir Putin. Pur dicendosi pronto a «negoziare una soluzione pacifica», durante un discorso al ministero della Difesa, lo zar ha avvisato che se l’Ucraina e i suoi «sponsor occidentali» non si impegneranno «in discussioni concrete», allora «la Russia otterrà con mezzi militari la liberazione delle sue terre storiche». Ed è proprio nei confronti dell’Europa che si è espresso con le parole più dure. Oltre a ribadire che, in modo «falso e assurdo», i leader Ue «stanno aumentando il livello di isteria, inculcando paure riguardo l’inevitabilità di uno scontro con la Russia», ha ammesso che non intravede la possibilità di un dialogo con i politici europei. Almeno fino a quando non cambieranno le élite politiche. E ha pure paragonato i leader dell’Europa a dei «maialini» che «si sono uniti all’amministrazione Biden nella speranza di trarre profitto dal crollo» della Russia, «recuperando ciò che era andato perduto e tentando di vendicarsi». Putin ha poi accusato «i Paesi Nato» di «rafforzare e modernizzare le loro forze offensive, creando e dispiegando nuovi tipi di armi, anche nello Spazio».

Continua a leggereRiduci